SI PUO' FARE
Punti di programma alternativo di un governo ombra virtuale
quello che lo Stato conserva e coda cede di altre competenze delegate
SUB 4 : Agricoltura e Ambiente
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AGRICOLTURA AMBIENTE
L’Agricoltura, come già la Sanità, viene interamente devoluta alle
competenze proprie delle Autonomie Regionali.
Lo Stato
conserverà a propria competenza soltanto le valutazioni e le successive
procedure di accoglienza su direttive Comunitarie relative. Decisioni che rimarranno pertanto nazionali. Rappresenterà
inoltre unitariamente l’intenzione della nazione nelle diverse sedi comunitarie
o internazionali le quali si occuperanno di agricoltura e forestazione e tutela
ambientale ed ecologica.
Valendo non solo per l’Agricoltura, ma in tutte le
Aree delle competenze riconosciute delegate alle Autonomie, che tra di esse rimane esclusa la capacità indipendente di
rappresentanza, di negoziazione o di intese normative con l’Estero anche
nell’ambito Comunitario.
Competenze e
Rappresentanze pertanto confermate di attribuzione esclusiva statale centrale. In quanto inscindibilmente attinenti all’interesse
nazionale sopra tutto il territorio; e all’esercizio unitario della sovranità
nazionale. La quale rimane esclusiva
Statale.
Lo Stato
centrale, per effetto dei poteri trasferiti, passerà alle proprie Autonomie Regionali anche tutte le
sue competenze e relative strutture esecutive che saranno risultate ancora
detenere a quel momento.
- Contemporaneamente lo Stato centrale manterrà anche in
Agricoltura un proprio contenuto Nucleo Operativo e di Monitoraggio.
Non solo per adempiere
a tutte le sue confermate competenze di relazioni con l’esterno. Ma anche per
svolgere l’ordinaria attività di colloquio Stato/Regioni, così come di
conoscenza e monitoraggio sopra il settore di attività interamente
regionalizzata.
In quanto la
Politica agricola nel suo complesso rimane in tutta evidenza un interesse
primario nazionale. Dunque da salvaguardare in collaborazione usuale Stato/Regioni.
Per questo suo ruolo residuale, ma di valenza nazionale, lo
Stato centrale, mentre devolve altre strutture e personale già in
precedenza proprio assieme alle relative competenze, riacquisisce alla
gestione diretta nazionale LA GUARDIA
FORESTALE.
La quale viene confermata la forma fisica e
professionale della conoscenza, collaborazione, elaborazione e vigilanza,
dell’interesse nazionale permanente sopra tutto il territorio italiano e
concorrente assieme ai poteri trasferiti alle Autonomie.
QUANTO
ALL’ASSETTO IDROGEOLOGICO complessivo
nazionale,
Pur essendo sostanzialmente delegato alle Autonomie, l’Italia nel suo insieme rimane
consapevole che si tratti di una tra le più gravi sue emergenze solidali.
Pertanto le Regioni, nell’ambito del trasferimento
delle competenze, saranno tenute, entro un anno, a
dotarsi di un proprio PIANO complessivo di tutti i PUNTI di RISCHIO o INADEGUATEZZA IDROGEOLOGICO emersi
entro i loro rispettivi territori.
In raccordo di
collaborazione con lo Stato anche per tutti gli aspetti e le dimensioni risultate
interregionali per essere efficaci, sarà redatto il conseguente
PIANO Pluriennale
complessivo nazionale di RIASSETTO
IDROGEOLOGICO E DI FORESTAZIONE.
Le singole Regioni, così come anche lo Stato,
all’interno del proprio segmento di Piano territoriale idrogeologico nazionale
saranno tenute a classificarlo in base all’urgenza ed ai rischi
risultati incombenti con priorità sugli abitati. Con codici d’urgenza mutuati
dal pronto Soccorso. Analogo appunto, nella priorità, al grado rilevato di
rischio incombente.
Le Regioni,
in intesa con le loro Autonomie interne, e con lo Stato centrale per quanto gli
compete di concorso, comporranno in tal modo un loro Piano
Regionale di quinquennio nelle priorità
emerse d’intervento.
In presenza di constatazione di rischi
incombenti gravi, e non risultati idoneamente salvaguardati, lo Stato centrale
può attivare anche la sostituzione nelle competenze d’intervento o prevenzione.
Al riguardo, la PROTEZIONE
CIVILE rimane competenza e struttura unitaria nazionale.
Mentre si regionalizza per tutta la parte che vi concorre essenziale del volontariato.Quanto ancora allo Stato attiverà all’interno della Protezione Civile, con competenza nazionale ed anche d’eventuale supporto alle relative esigenze delle singole Autonomie Regionali, una SEZIONE IDROGEOLOGICA NAZIONALE.
Questa Sezione - con un suo contenuto organico esclusivamente professionale specialistico, quindi senza organici operativi propri d’alcun tipo - assolverà oltre che da supporto alle programmazioni Stato / Regioni, anche a monitoraggio sulle condizioni d’attuazione e di esecuzione sopra gli interventi di salvaguardia e di messa in sicurezza idrogeologica attivati sia dallo Stato che dalle Autonomie. Il suo parere vincolerà infatti anche la partecipazione economica dello Stato agli interventi delle Autonomie.
Inoltre, con piena indipendenza di operatività al riguardo, avrà capacità anche autonome di svolgere ricerche, valutazioni, segnalazioni, o quanto altro attenga allo stato idrogeologico nazionale e ad eventuali livelli di rischi grave emersi o sopravvenuti.
Per esigenze diverse operative si appoggerà a strutture esistenti delle singole Autonomie Regionali o del Corpo della Guardia Forestale.
La medesima Sezione
Idrogeologica, da sola od in integrazione con professionalità idonee
universitarie, RILEVERA’ anche le aree
nazionali dove il livello di rischio idrogeologico esistente impedisce già al
momento un uso edilizio incolume.
La classificazione di rischio di grado alto per la
incolumità di persone e beni avrà
efficacia di prevalenza automatica ed immediata di ACCOGLIMENTO sia su
strumenti urbanistici Nazionali quanto Regionali e Comunali. Senza preventivo bisogno di adesione.
In quanto, attenendo
nella sua sostanza a questioni di Pubblica Sicurezza ed Incolumità delle
persone, prescinde per ciò stesso da competenze eventuali o deleghe
territoriali. Poiché individua essa stessa uno dei livelli massimi
dell’interesse nazionale prevalente: l’incolumità della Popolazione.
Lo Stato, ed in analogo modo le Autonomie, avranno sessanta giorni
per dedurre alle classificazioni idrogeologiche di alto rischio abitativo
attivate sopra l’intero territorio nazionale.
La Sezione Idrogeologica Nazionale avrà livello del tutto suo e autonomo di valutarne l’accoglibilità o meno.
In questo modo pervenendo alla classificazione definitiva di “ Pericolo Incombente ” e vincolante per tutta la nazione.
Le relative valutazioni
avranno previste periodicità di riesame
quinquennale.
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