martedì 30 aprile 2013

Primo Maggio Festa del Lavoro e senza chiudere la bocca



(Fonte immagine: www.wikipedia.org. - Primo Maggio)

Prima di dedicarci alle riflessioni condivise che richiama questo titolo di post, si ritiene doveroso aprire con un pensiero solidale ed affettuoso ai due Carabinieri  ed alla Donna che sono risultati vittime, in forma pur di diversa gravità, dell’INAMMISSIBILE CRIMINALE salva di colpi d’arma da fuoco dinanzi a Palazzo Chigi.

L’affettuoso pensiero va, SENZA SE E SENZA MA di alcun tipo, alle ignare vittime. E va anche al governo democratico che si è appena insediato, trovatosi coinvolto nell’identico intollerabile messaggio di morte recato da quelle salve di colpi.
Niente può infatti giustificare il ricorso alla Violenza nella rappresentazione delle proprie idee o disagi; personale, mandata, senza mandanti, disperata o no che fosse, il ricorso alla Violenza NIENTE concede di diverso che non sia una condanna senza attenuanti di quel che è appena accaduto.

Questo Blog è particolarmente sensibile alla scelta della Non Violenza in ogni espressione privata o collettiva.
La Non Violenza totale, fisica e verbale, è stata infatti posta a base anche statutaria di un possibile Movimento politico riformatore (MPL) che anche qui si esprime. Basti pensare che, se chi ha proditoriamente sparato presso Palazzo Chigi fosse stato un aderente a questo stesso Movimento che ora scrive, si sarebbe ritrovato automaticamente il Movimento contro a richiedere l’ammissione a parte anche esso lesa per automatismo statutario, e a prescindere totalmente dal perché e percome l’interessato si fosse indotto a farlo. Oltre ad una ovvia espulsione dello stesso, evidentemente.

Questa stessa fondante esclusione di ogni forma di violenza anche Verbale all’interno della rappresentazione di propri programmi, concede tuttavia, allo stesso movimento potenziale che qui scrive, di sostenere che il legittimo dissenso, e la legittima espressione di libere opinioni politiche economico e sociali, non verrà mai rinunciata, e tanto meno tacitata. Neanche in un contesto amarissimo e condannato senza alcuna reticenza come è questo richiamato in apertura.

lunedì 8 aprile 2013

le due Destre e il ce lo chiede la Ue




Ieri, 6 aprile, la nostra Informazione riportava una <notizietta>, immersa tra tante altre apparentemente più serie e rilevanti. Eppure, proprio questa notizietta tra le tante mostra di possedere un interesse grande e per tutti noi. Non solo per il fatto in sé che la notizia stessa riferiva. Ma perché permetteva di capire anche molte altre delle nostre cose anche attuali italiane e non solo.

Di che si trattava?
E presto detto e riferito.
La nostra Italia, per le statistiche, risulta l’ultima tra i Paesi Ue ad investire nella Cultura.
Molto, ma non tutto, già questo. Perché nella medesima occasione vi si riferiva anche che, 
sempre la nostra Italia attuale, risulta, e sempre statisticamente,  la penultima delle nazioni Ue ad investire nella propria SCUOLA.

Ecco dunque apparire sistemata, da una semplice piccola statistica comunitaria, la nostra <banda> reazionaria che tiene in mano la nazione Italia da ormai molti anni.
Perché, cosa ci consente di scoprire e di vedere documentato, anche se lo si poteva avere da sempre anche pensato? Che lo smantellamento della nostra Istruzione – Scuola – e che si è venuta accelerando verso il punto di non ritorno nella legislatura parlamentare appena conclusa, non ce lo <CHIEDE> affatto la Ue.
Appare infatti del tutto evidente che, se siamo i peggiori, tranne la Grecia, ad investire nella Istruzione – ovvero Scuola – entro la intera Ue, allora altrettanto evidente appare che, distruggere la nostra Istruzione italiana, non ci è stato affatto chiesto dalla Ue. Infatti, se tutti gli Stati Ue investono nella loro Istruzione assai più che non l’Italia, e lo fanno ed hanno fatto senza obiezioni alcuna della Ue, appare evidente che non sia la Ue a chiedere di smantellare la nostra Istruzione nazionale.
La attuale Ue in effetti ne ha molte di sue responsabilità anche gravi: ma questa pare proprio di no. Che non l’abbia, a quel che si vede.

Ma allora, se non <ce lo chiede la Ue> DI DISTRUGGERE LA NOSTRA ISTRUZIONE E CULTURA come peraltro sta tuttora accadendo qui da noi in Italia, chi ce lo chiede?

mercoledì 3 aprile 2013

intervallo

I meno giovani tra di noi ricordano come usava la RAI riempire alcuni spazi di attesa od interruzione imprevista all'interno della propria programmazione?

E' presto detto anche per i più giovani: 
poneva un bel gregge nel video assieme ad una cantilena di musichetta che ogni tanto si interrompeva con una sovraimpressione che recitava più o meno così:
<Ci scusiamo per l'interruzione imprevista dei nostri programmi dovuta a cause Tecniche. I programmi riprenderanno quanto prima possibile.> 
Greggi in varie pose e consistenze forse dovevano incoraggiare la pazienza mansueta del telespettatore.

Intervallo
(immagini da wikipedia.org)


Usanza antica di un millennio appena passato?

Mica tanto. da quel che si vede.

Infatti, alla vigilia di Pasqua, nell'attesissimo Programma del Quirinale relativo alle consultazioni per la formazione di un governo, in pratica è comparsa, a sorpresa, di fatto, la medesima didascalia. Mentre il programma in corso si interrompeva inaspettatamente, lasciando a quel che pare il posto alla antica immagine e didascalia:

INTERVALLO




(immagini da wikipedia.org)

<Ci scusiamo con gli elettori, per l'interruzione in corso dovuta a cause esclusivamente Tecniche. Il programma riprenderà appena possibile....>


Da quel giorno, chiunque provi a sintonizzarsi sul Programma <crisi di governo>, risulta che trovi incessante la medesima immagine e didascalia di cui sopra.

Tutto bene?
Mica tanto per una nazione che voleva, e pare voglia ancora, cambiare e riprendersi coesa quanto prima.