sabato 16 marzo 2013

avanti miei Prodi

Torniamo a condividere in questo blog alcune piccole opinioni su quel che continua ad accaderci attorno a tutti noi. Dopo aver qui tenuto un silenzio volontario in fase elettorale.

E che cosa intende significare questa ripresa di parola, in web, da parte di Movimento Popolare del Lavoro?

Intende significare che la proposta programmatica di MPL non cessa e non si ritira
Rimane intatta, la sua proposta, soprattutto dopo l'esito della nostra recente campagna elettorale politica. 
Ed esito elettorale ultimo che consente, indipendentemente dagli equilibri parlamentari oggi emersi, di poter vedere, da parte di chi lo ritenga, come la proposta d'insieme di Mpl, programmatica e di gestione sua interna, appaia proprio adesso ancora quanto mai attuale e capace di favorire una nostra profonda trasformazione positiva condivisa.

Soltanto che, Movimento Popolare del Lavoro, non si collocherà nella richiesta petulante di sollecitare un proprio coinvolgimento operativo da parte degli italiani ed italiane soprattutto giovani.
No, MPL non intende proporre una sorta di <stalkig> web a proprio favore.

Piuttosto, MPL, si colloca, e si ritiene tanto più adesso, come una imbarcazione ancora 
al momento agli ormeggi sulla darsena del porto.

E'infatti li, tuttora a disposizione di chi dovesse ritenere di volerla utilizzare; e così facendo, di sciogliere gli ormeggi e prendere il largo verso una terra politico sociale italiana nostra più ospitale per i sogni, leciti e condivise, di una nazione dell'equità nello sviluppo e nel Lavoro.


E di chi è, la imbarcazione ancora alla darsena del porto?
Di noi tutti popolo italiano, se vorremo usarla, che ne siamo armatori e proprietari comunque; dell'equipaggio eventuale di noi popolo italiano volontario, soprattutto ragazzi e ragazze, se penseremo di servircene.

Ma poiché MPL non è presente potenzialmente nel panorama politico sociale italiano per soddisfare qualche altrui esigenza o angoscia di potere eventuale e personale, ma è stata posta in acqua proprio per un sentimento di servizio e di condivisione, SE SI RITERRA' CHE POSSA SERVIRE, ESSA E' LA', alla darsena dove ci si può imbarcare, aggregarne l'equipaggio in tutti i suoi componenti pari, per una grande avventura positiva di ricostruzione equa nazionale.

Se invece così non sarà, e se non si riterrà che possa essere da usare, rimarrà quieta e tranquilla nella darsena, SENZA FARSENE UNA OSSESSIONE. 
Anche se la sua speranza esistenziale, della imbarcazione MPL, era, e rimane, di prendere parte attiva al servizio del riscatto nazionale.


Con questo preciso spirito, di servizio potenziale eventuale, ma senza angosce di doverlo fare, proseguiranno note e riflessioni da voler condividere anche tramite questo blog. A testimoniare che MPL c'è, e attende il suo equipaggio che ne voglia assumere il comando e la voglia eventualmente usare.

Perché una cosa appare alquanto certa, ed urgente anche da affrontare: 

l'Italia nostra, nella sua stessa gente, appare bisognosa di aiuto per riprendere operosa e lieta il mare. Ha bisogno del nostro di aiuto.
Poi, che possa essere anche Movimento Popolare del Lavoro uno degli strumenti condivisi per poter aiutare, appare alquanto meno rilevante. Rispetto alla speranza che tutti assieme scegliamo di RIPRENDERCI L'ITALIA per poterci lecitamente vivere ed abitare assieme.


E il titolo del post attuale inteso, come si vede, in: avanti miei Prodi?

Si riferisce a questi piccoli pensieri appena annotati qui sopra? No, si riferisce all'attuale contesto delle Forze politiche nostre italiane attuali e che oggi proprio si riuniscono nelle Aule Parlamentari.
Al <conclavino> del Regime nostro italiano attuale, che segue a quello planetario appena assai brillantemente assolto ma, da ALTRI.

E per inciso, visto la concomitanza temporale, appare foriera di ulteriori gravi disavventure del Regime nostro attuale l'evenienza di poter ignorare quanto altrove accaduto nella grande Casa custode, e testimone, comunque di Valori primari naturali dell'intera umanità indipendentemente dalle Fedi.

In quella sede dei Valori che comunque rimangono inscindibili dalle radici italiane ed europee, si è appena scelto di riportare in acque aperte la grande Nave di Pietro. Bene, male, riuscirà in tutto o in meno?
Quello che è certo che, in quella Sede alta della Fede, si è scelto, a quel che si vede, di rilanciare a livello della grande posta apparsa in palio: essere ancora faro per un'umanità nostra intera potenziale che non ritiene di accettare in prevalenza un ruolo di servi senza parola di altrui capricci e desideri smodati troppo ristretti.
Il resto verrà di conseguenza, appare, sia in azioni che in comportamenti coerenti.

E noi, il nostro Parlamento nazionale, come si riunisce in queste ore nella stessa Roma anche papale?
Risulta consapevole che la sua stessa gente di noi italiane ed italiane senza poteri appare troppo provata, troppo smarrita, troppo dissenziente di venire ridotta in prevalente miseria per smodato arricchimento di troppo pochi apparsi senza loro onere né progetti?

Se vogliamo essere sinceri con noi stessi sino in fondo, temo che dovremo rispondere: Non risulta affatto consapevole, il nostro Parlamento che si riunisce in queste ore.
O almeno non pare in grado di saperlo, o volerlo fare. Il nostro Parlamento.

A Roma italiana parlamentare, infatti, appare 
indetto in queste ore, un consueto Torneo di Feudatari di un Regime.


Il popolo anche loro ha fame? e chissene frega, appare come di sentire.

Prima dobbiamo vedere come far sedere attorno al tavolo, anche se  sempre più piccolino invero, i Cavalieri che vi sono stati invitati dai padroni di sempre del Castello.
E per assegnare i posti, sono in corso ormai anche da troppo tempo, disfide e <prove di destrezza> dei vari cavalieri presenti alla consueta disfida senza senso.

E' vero, i Feudatari hanno alzato il ponte levatoio e si accingono ai consueti riti solo tra di loro. 

Ma tutto non è uguale come sempre. Un lato delle mura del castello appare infatti diroccato; e dalla ampia breccia vi hanno fatto irruzione una folla di <plebaglia> scanzonata e dissacrante e non proprio del tutto amichevole verso gli storici occupanti. Del castello.


Ma i Feudatari nostri partitici di sempre, non pare proprio se ne danno mica troppo per inteso.
Si sono arroccati infatti nell'acropoli del tempio parlamentare. E da li, forti della forma numerica di una legge elettorale liberticida premiale, pretendono di gestire un <passi> a chi debba o no salire sino al loro trono come nuovi passivi tributari.

Ma a rendere tutto ancora più confuso, nella stessa Acropoli di Regime, come sempre avviene sotto un assedio che pone timore ai privilegiati troppo ristretti, sta avvenendo, contemporaneamente, uno spietato regolamento di conti tra i Feudatari stessi. A colpi di trabocchetti, sicari, sgambetti, pozioni avvelenate servite tra gli stessi potenti già prima solidali quanto prepotenti.

Ma non vi è da meravigliarsi più di tanto.
L'Acropoli dove si sta ancora asserragliando il regime italiano già sconfitto di consenso, è assai più ristretta dell'intero castello. Ed allora, gioco forza, qualcuno deve per forza venire ributtato fuori prima di rinchiudervisi dentro....

Avanti, miei ....Prodi. 
Pare come gridare appunto una parte dei Notabili di sempre. Mentre intanto si infilzano tra di loro, allegramente, i bianchi, i gialli e i verdi, e .....chiunque si affacci.


E il popolo, cioè tutti noi italiani indistintamente che non facciamo però parte del Regime già perdente?
FUORI. Spettatori resi passivi di un rito del quale, però, per come avviene, non ci importa proprio niente.

Noi, pare che stiamo piuttosto ad osservare le disastrose condizioni del villaggio comune appena razziato dai Signori del Castello prima che si rinchiudessero nell'Acropoli per cercare riparo all'ira degli stessi saccheggiati e derubati anche della propria speranza.

Allora?

Allora, poiché i Feudatari sgommati ancora attuali pare non mostrino alcuna intenzione di restituire anche il castello volontariamente, a valle, e molti più di uno, invero, cominciano ad armeggiare attorno alle sorgenti d'acqua; con l'intenzione di lasciare senza acqua sia l'Acropoli come il Castello ed i suoi occupanti.
Stanno sempre in più ponendosi sui sentieri usuali da dove pervengono a Castello ed Acropoli i vettovagliamenti; con intenzioni, oramai neanche troppo riposte, di tagliarne i vettovagliamenti.

Come finirà, questa dolorosa scelta di togliersi comunque di torno dalla valle il vecchio regime parassita e farla finita con i soprusi ed i saccheggi di Feudatari che non inducono più in alcuno timore reverenziale?

Dirlo appare difficile, soprattutto nei tempi.

Certo che, nella valle del popolo stremato, risuona sempre più alto, e più condiviso il grido: RIPRENDIAMOCI L'ITALIA, per noi tutti e per i nostri figli e figlie.

E quando questo accade, dentro ogni castello già invaso, e dentro ogni Acropoli di prepotenti asserragliati, si iniziano a contare i giorni.

Della RESA ALLA DEMOCRAZIA DEI MOLTI.