venerdì 20 dicembre 2013

Quanto al Governo viene previsto


SI PUO' FARE
punti di programma alternativo di un governo ombra virtuale

QUANTO AL GOVERNO viene previsto


Per  Legge nazionale:

Ai Ministri, ed alla Presidenza del Consiglio – e per estensione alla Presidenza della Repubblica - la Legge relativa sui CONFLITTI di INTERESSE, che verrebbe intanto subito introdotta, vieterebbe che assumendo tale incarico possano rimanere nello stesso tempo titolari, o azionisti di controllo, di attività proprie imprenditoriali, finanziarie, editoriali, professionali.  Pena l’incompatibilità con decadenza. In assenza delle forme di separatezza anche giuridica come previste.

Inoltre vieterebbe che durante il loro incarico aziende o studi che si riconducano comunque a proprietà o controllo di soggetti sino al primo grado di parentela con tali Pubblici Poteri, possano intrattenere rapporti retribuiti di forniture o servizi con l’Amministrazione pubblica ad ogni suo livello centrale o decentrato. O con aziende controllate dallo Stato.

La medesima normativa opererà anche a livello degli Esecutivi delle Autonomie.


Per scelta autonoma del suo Programma  attuerebbe:


Quanto al Governo che un tale Programma di Riforme attiverebbe se scelto dall’elettore, sarebbe composto, oltre al Presidente del Consiglio, da:

-       VENTI MINISTRI
e
-       TRENTA SOTTOSEGRETARI.

Ministri e sottosegretari così previsti, dei quali non meno del  50% risulterebbero costituito da Donne Italiane; e con significative presenze nell’insieme del Governo di designati non superiori a 30 anni.
Di tali ministri e sottosegretari eventuali soltanto da tre a cinque massimo sarebbero individuati tra parlamentari. Intendendosi attribuire a parlamentari i soli dicasteri detentori della Forza costituzionale ed il Sottosegretariato alla Presidenza del Consiglio.
Ministri e Sottosegretari di Stato chiamati dal Presidente del Consiglio a comporre il Governo verrebbero infatti individuati pressoché totalmente tra non Parlamentari.


Quanto a ministri e sottosegretari avrebbero facoltà di acquisire proprio Gabinetto pro tempore, in tutto o in parte,   anche dall’esterno alla Pubblica amministrazione.
E di poter disporre di Punti di elaborazione di Progetti, entro le Loro competenze, anche con provenienza diretta dalla Società Civile.

Non si deve temere che ciò presupponga espansione illimitata di spese e di prebende. Entro spese controllate e prestabilite, poter disporre di punti di elaborazione specifiche anche non totalmente derivati da strutture interne della Pubblica Amministrazione tende a ridurre il rischio di “senso di auto referenzialità” da parte della stessa. Così come di evitare di ritenere che il suo Organico debba ampliarsi ovunque e senza limiti a qualsiasi competenza temporanea occorra.


Contemporaneamente saranno ridisciplinati dalla Presidenza del Consiglio anche tutti  i costi e benefici riservati nel loro complesso alle appartenenze relative al Governo. Procedendo anche qui, e nel suo insieme, a tagli del 50% sopra l’esistente.
Governo che verrebbe in maniera drastica depotenziato anche nei mezzi propri di trasporto individuale esclusivo.
Intanto anche la struttura Ministeriale, nel suo intero e con le sue strutture annesse, renderebbero accessibile su Internet visibilità sulla propria composizione anche pro tempore e dei relativi interi suoi costi aggregati in forma trasparente.


LE  ATTIVITA’ CONTROLLATE O PARTECIPATE SORTE ESTERNE AI MINISTERI RICEVERANNO UNA TOTALE RISTRUTTURAZIONE:

Nei primi sei mesi successivi al proprio insediamento ogni singolo Ministro di un tale Governo adempirebbe alla mappatura completa e senza eccezioni di qualsivoglia Organismo, Ente o Società che risultino a quel momento emanazione diretta od indiretta dello stesso Ministero. E comunque riconducibile alle sue competenze.

Entro il trimestre successivo il Consiglio dei Ministri in sede collegiale attiverà con suoi provvedimenti la riorganizzazione complessiva presentata dal Ministro competente ispirata al criterio dello scioglimento per riassorbimento delle funzioni stesse o di funzioni intanto cessate.
Le eccezioni motivate, e con piani rispettivi di costi benefici connessi, avranno a loro motivazione la constatata evidenza di unicità della capacità di attuazione tramite la Funzione così attribuita.
Per tutte le altre realtà non emerse tali sarà predisposto provvedimento esecutivo di scioglimento. Da completarsi entro l’anno successivo. Data limite in cui cesserà per Legge connessa anche qualsivoglia trasferimento di pubblico denaro alla Entità disciolta.


Nel caso di presenze miste pubblico private, con prevalenza o meno  statale, l’orientamento, all’interno dei medesimi criteri precedenti, risulterà la fuoriuscita della presenza pubblica. Con PRIVATIZZAZIONE INTEGRALE. Non comprendendosi quale interesse proprio esclusivo presidi ancora un Pubblico il quale abbia già deciso che poteva fare società mista senza che ne venisse alcun danno alla Funzione assolta.

Di questo suo censimento complessivo, dei provvedimenti di scioglimenti e di conferme, il Governo fornirà una Relazione in forma articolata  al Parlamento. Il Governo inserirà anche all’interno del proprio Sito Internet la medesima Relazione e documentazione annessa nei rispettivi costi, organico, e funzioni. Per darne possibilità di pubblica visione.

In parallelo, la Presidenza del Consiglio censirà la totalità degli Enti risultati pubblici od assimilabili non riconducibili a singoli Ministeri. 
Nei loro confronti, e nell’insieme, opererà con i medesimi criteri e fini già dei Ministri sopra le loro competenze.



Non si è espressa sino ad ora alcuna indicazione verso la eventuale riduzione del numero dei Parlamentari e sui loro costi connessi di carica.

Non certo perché appaia irrilevante. Piuttosto in quanto anche questo delicato aspetto risulta discendere strettamente, pur nella equità e nella eticità dei benefici, da “quale Stato per quale Società” si intenda.
Appare inoltre anche opportuno non interferire artificialmente in questa fase con la composizione dei Collegi stessi. Poiché oltretutto danneggerebbe la rapidità d’intenti.

Questa rimane l’indicazione relativa che propone d’attuare il Progetto di Riforme:
RIPRISTINARE  IL SISTEMA ELETTORALE ED I COLLEGI GIA’ SEGUITI AL VARO DELLA COSTITUZIONE.
Salvo i necessari aggiustamenti tecnici eventualmente dovuti al passare del tempo. Ottenendosi così la certezza di fare una scelta già in passato utilizzata e andata bene a tutti.


Iil Programma di Riforme confida che esso stesso, il Parlamento nel suo insieme ed autonomamente, riordini l’intera area delle sue provvidenze e costi propri di funzionamento. E che comunque, da subito :

- adotti intanto, per i primi tre anni successivi all’insediamento, il dimezzamento (-50%) di tutti i suoi interventi attuali COSTI di sostegno alle attività elettive.
Salvo la indennità dei parlamentari che ne rimane esclusa rinviandone la calibratura della stessa alla riforma complessiva.

E tagli del 50% anche i suoi COSTI complessivi di gestione preesistenti.

Scelte delle quali in ogni caso, si farebbe portatore in Parlamento anche il Programma di Riforme condivise dopo un’eventuale elezione che lo scegliesse autosufficiente. Impegnandosi ad approvarle nei primi tre mesi di legislatura.

Una simile autonoma adesione del Parlamento di attiva partecipazione alla ricollocazione e qualificazione della intera spesa pubblica della nazione assumerebbe infatti anche il valore di un grande gesto SIMBOLICO di condivisione tra elettori ed elettrici di ogni appartenenza e quella Altissima indispensabile funzione.


Il Programma di Riforme condivise pertanto prevede che

- anche tutta l’area della funzione elettiva e di presenza politica nazionale esterna al Parlamento ed intesa ad ogni suo livello indistintamente, e secondo competenze e aree coinvolte, comunque, entro il primo anno di attuazione, adotti un taglio del 50% dagli attuali  costi pubblici complessivamente sostenuti per il suo mantenimento.

La decisione è prevista autonoma ed indipendente. Nel rispetto appunto dell’Autonomia di scelta anche delle gestioni extra statali.

Sapendo sin d’ora tuttavia che, dal secondo anno, fattane intanto assieme Stato/Autonomie la mappatura di dettaglio onnicomprensiva di livelli, composizione e costi esistenti:


lo Stato taglierà di pari importi, nei suoi trasferimenti altrimenti previsti alle Autonomie, tutto quel che non risulterà - su base Regionale - mediamente dimagrito del 50% dal costo preesistente attuale per la presenza politica elettiva e nella gestione. Rendendone il tutto di pubblica conoscenza degli importi e usi e della motivazione.





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