SI PUO' FARE
punti di programma alternativo di un governo ombra virtuale
QUANTO AL GOVERNO viene previsto
Per Legge nazionale:
Ai Ministri,
ed alla Presidenza del Consiglio – e per estensione alla Presidenza della
Repubblica - la Legge relativa
sui CONFLITTI di INTERESSE, che verrebbe
intanto subito introdotta, vieterebbe che assumendo tale incarico
possano rimanere nello stesso tempo titolari, o azionisti di controllo, di
attività proprie imprenditoriali, finanziarie, editoriali, professionali. Pena l’incompatibilità con decadenza. In
assenza delle forme di separatezza anche giuridica come previste.
Inoltre
vieterebbe che durante il loro incarico aziende o studi che si
riconducano comunque a proprietà o controllo di soggetti sino al primo grado di
parentela con tali Pubblici Poteri, possano intrattenere rapporti retribuiti di
forniture o servizi con l’Amministrazione pubblica ad ogni suo livello centrale
o decentrato. O con aziende controllate dallo Stato.
La medesima
normativa opererà anche a livello degli Esecutivi delle Autonomie.
Per
scelta autonoma del suo Programma attuerebbe:
Quanto al Governo che un tale Programma di
Riforme attiverebbe se scelto dall’elettore, sarebbe composto, oltre al
Presidente del Consiglio, da:
-
VENTI MINISTRI
e
-
TRENTA SOTTOSEGRETARI.
Ministri e
sottosegretari così previsti, dei quali non meno del 50%
risulterebbero costituito da Donne Italiane; e con significative presenze nell’insieme del
Governo di designati non superiori a 30 anni.
Di tali ministri e sottosegretari eventuali soltanto da tre a cinque massimo sarebbero individuati tra parlamentari. Intendendosi attribuire a parlamentari i soli dicasteri detentori della Forza costituzionale ed il Sottosegretariato alla Presidenza del Consiglio.
Ministri e Sottosegretari di
Stato chiamati dal Presidente del Consiglio a comporre il Governo verrebbero infatti individuati
pressoché totalmente tra non
Parlamentari.
Quanto a ministri e sottosegretari avrebbero facoltà di
acquisire proprio Gabinetto pro tempore,
in tutto o in parte, anche dall’esterno
alla Pubblica amministrazione.
E di poter disporre di Punti di elaborazione di Progetti, entro le Loro competenze, anche con provenienza diretta dalla Società Civile.
Non si deve temere che ciò presupponga
espansione illimitata di spese e di prebende. Entro spese controllate e prestabilite, poter
disporre di punti di elaborazione specifiche anche non totalmente derivati da
strutture interne della Pubblica Amministrazione tende a ridurre il rischio di
“senso di auto referenzialità” da parte della stessa. Così come di evitare di
ritenere che il suo Organico debba ampliarsi ovunque e senza limiti a qualsiasi
competenza temporanea occorra.
Contemporaneamente saranno ridisciplinati dalla Presidenza
del Consiglio anche tutti i costi e benefici riservati nel loro complesso alle appartenenze relative al Governo. Procedendo anche qui, e nel suo
insieme, a tagli del 50% sopra
l’esistente.
Governo che verrebbe in
maniera drastica depotenziato anche nei mezzi propri di trasporto
individuale esclusivo.
Intanto anche
la struttura Ministeriale, nel suo intero e con le sue strutture annesse, renderebbero accessibile su Internet visibilità
sulla propria composizione anche pro tempore e dei relativi interi suoi costi
aggregati in forma trasparente.
LE
ATTIVITA’ CONTROLLATE O PARTECIPATE SORTE ESTERNE AI MINISTERI
RICEVERANNO UNA TOTALE RISTRUTTURAZIONE:
Nei primi sei mesi
successivi al proprio insediamento ogni singolo Ministro di un tale Governo adempirebbe alla mappatura
completa e senza eccezioni di qualsivoglia Organismo, Ente o Società che
risultino a quel momento emanazione
diretta od indiretta dello stesso Ministero. E comunque riconducibile alle
sue competenze.
Entro il trimestre
successivo il Consiglio dei Ministri in sede collegiale attiverà con
suoi provvedimenti la riorganizzazione complessiva presentata dal Ministro
competente ispirata
al criterio dello scioglimento per riassorbimento delle funzioni
stesse o di funzioni intanto cessate.
Le
eccezioni motivate, e con piani rispettivi di costi benefici connessi,
avranno a loro motivazione la constatata evidenza di unicità della capacità di
attuazione tramite la Funzione così attribuita.
Per tutte le
altre realtà non emerse tali sarà predisposto provvedimento esecutivo di scioglimento. Da
completarsi entro l’anno successivo. Data limite in cui cesserà per Legge
connessa anche qualsivoglia trasferimento di pubblico denaro alla Entità disciolta.
Nel caso di presenze miste pubblico
private, con prevalenza o meno statale, l’orientamento, all’interno dei
medesimi criteri precedenti, risulterà la fuoriuscita della presenza pubblica. Con PRIVATIZZAZIONE INTEGRALE. Non comprendendosi quale interesse proprio esclusivo presidi ancora un
Pubblico il quale abbia già deciso che poteva fare società mista senza che ne
venisse alcun danno alla Funzione assolta.
Di questo suo censimento complessivo, dei
provvedimenti di scioglimenti e di conferme, il Governo fornirà una Relazione
in forma articolata al Parlamento. Il
Governo inserirà anche all’interno del proprio Sito Internet la medesima Relazione e documentazione annessa nei
rispettivi costi, organico, e funzioni. Per darne possibilità di pubblica
visione.
In parallelo, la
Presidenza del Consiglio censirà la
totalità degli Enti risultati pubblici od assimilabili non riconducibili a
singoli Ministeri.
Nei loro
confronti, e nell’insieme, opererà con i medesimi criteri e fini già dei Ministri sopra
le loro competenze.
Non si è espressa sino ad ora alcuna indicazione verso la eventuale
riduzione del numero dei Parlamentari e sui loro costi connessi di carica.
Non
certo perché appaia irrilevante. Piuttosto in quanto anche questo delicato
aspetto risulta discendere strettamente, pur nella equità e nella eticità dei
benefici, da “quale Stato per quale Società” si intenda.
Appare inoltre anche opportuno
non interferire artificialmente in questa fase con la composizione dei Collegi
stessi. Poiché oltretutto danneggerebbe la rapidità d’intenti.
Questa rimane l’indicazione relativa che propone d’attuare il Progetto
di Riforme:
RIPRISTINARE IL
SISTEMA ELETTORALE ED I COLLEGI GIA’ SEGUITI AL VARO DELLA COSTITUZIONE.
Salvo i
necessari aggiustamenti tecnici eventualmente dovuti al passare del tempo.
Ottenendosi così la certezza di fare una scelta già in passato utilizzata e
andata bene a tutti.
Iil Programma di Riforme confida che esso stesso, il Parlamento nel suo
insieme ed autonomamente, riordini l’intera area delle sue provvidenze e costi
propri di funzionamento. E che comunque, da subito :
- adotti intanto, per i primi tre anni successivi
all’insediamento, il dimezzamento (-50%) di
tutti i suoi interventi attuali COSTI di sostegno alle attività elettive.
Salvo la
indennità dei parlamentari che ne rimane esclusa rinviandone la calibratura
della stessa alla riforma complessiva.
E tagli del 50% anche i suoi COSTI complessivi di gestione preesistenti.
Scelte delle
quali in ogni caso, si farebbe portatore in Parlamento anche il
Programma di Riforme condivise dopo un’eventuale elezione che lo scegliesse
autosufficiente. Impegnandosi ad approvarle nei primi tre mesi di legislatura.
Una simile autonoma adesione del Parlamento di
attiva partecipazione alla ricollocazione e qualificazione della intera spesa
pubblica della nazione assumerebbe infatti anche il valore di un grande gesto SIMBOLICO di condivisione
tra elettori ed elettrici di ogni appartenenza e quella Altissima
indispensabile funzione.
Il Programma di Riforme condivise
pertanto prevede che
- anche tutta
l’area della funzione elettiva e di presenza politica nazionale esterna al
Parlamento ed intesa ad ogni suo livello indistintamente, e secondo
competenze e aree coinvolte, comunque, entro
il primo anno di attuazione, adotti un taglio
del 50% dagli attuali costi pubblici
complessivamente sostenuti per il suo mantenimento.
La decisione è
prevista autonoma ed indipendente. Nel rispetto appunto dell’Autonomia di scelta
anche delle gestioni extra statali.
Sapendo sin d’ora tuttavia che, dal secondo
anno, fattane intanto assieme
Stato/Autonomie la mappatura di dettaglio onnicomprensiva di livelli,
composizione e costi esistenti:
lo Stato taglierà di pari importi, nei suoi trasferimenti altrimenti previsti
alle Autonomie, tutto quel che non
risulterà - su base Regionale - mediamente dimagrito del 50% dal costo
preesistente attuale per la presenza politica elettiva e nella gestione. Rendendone
il tutto di pubblica conoscenza degli importi e usi e della motivazione.
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