giovedì 29 agosto 2013

Si può abbattere le tasse a Lavoro e Impresa anche con un debito di 2100 miliardi?


 Come ci eravamo preannunciato, prosegue la serie di post dedicati a SI PUO' FARE.
Anche i post che seguono si propongono di provare a constatare tutti assieme che rilanciare e risanare la nostra nazione risulta del tutto fattibile ed agevole. All'unica condizione che si raccolga una volontà condivisa prevalente a fare.
Quando ci viene infatti detto <Non Possiamo farlo>, è soltanto perché non VOGLIONO farlo. 


COME SI PUO’ DETASSARE IN PRESENZA DI UN DEBITO PUBBLICO CRESCENTE  E  GIA OGGI DI DUEMILA SETTANTA MILIARDI DI EURO?


ATTINGENDO, LECITAMENTE, ANCHE AD UNO DEI TESORI NAZIONALI: L’EVASIONE

E costruendoci anche, dal suo riassorbimento unito all’insieme degli effetti sui Settori  oggetto di Riforma, e dei tagli di Spesa iniziali e già SUBITO previsti, una curva triennale di debito pubblico calante e di sviluppo crescente,

In collaborazione con la Banca Centrale Italiana per una migliore attendibilità d’intenti e degli effetti attesi anche sul bilancio dello Stato. Per la quale, al termine di biennio, il deficit pubblico italiano risulti confermato non oltre  lo  0%  ossia in PAREGGIO reale.

Con il DEBITO PUBBLICO italiano che vi risulti pianificato a decrescere, tramite successivi idonei avanzi annuali di bilancio, all’obiettivo almeno del  60/70% dell’attuale di debito complessivo italiano entro una decade; ed almeno del 40% nella successiva di decade.


Un PERCORSO DI RISANAMENTO DEL TUTTO CREDIBILE E FATTIBILE entro una nazione la quale torni a volere tutta solidale il suo pieno sviluppo diffuso.

Il riassorbimento naturale dell’evasione oggi esistente, in realtà, si rivelerà anch’esso una Risorsa nazionale soltanto all’interno di un Patto condiviso per la ricchezza diffusa crescente

- Quanto al PIL nazionale, nel Piano di sviluppo condiviso e che prevede anche la fuoriuscita dall’evasione di massa nazionale attuale, dovrebbe avere una aspettativa di crescita almeno del 3 per cento nel secondo anno; ed almeno dal 3  al 4 per cento in quelli successivi del triennio.

In pratica, poiché occorre rianimare sul piano economico un’intera nazione, e rendere prevedibile un futuro democratico di lavoro e di occupazione crescente alle sue popolazioni tutte, la manovra complessiva non può che essere triennale.



Anche lo Stato assieme alle sue Autonomie si razionalizza nel suo modo di operare. A favore dello sviluppo, dell’impresa e del lavoro. Trovandovi  poi aiuto anche dal rilancio della ricchezza effettiva nazionale.

Intanto - e come già richiamato in precedenza - nel primo anno, per contenere l’impatto finanziario d’avvio nella attesa della intera manovra a regime,

- lo Stato, e le Autonomie, attuerebbero un vigoroso taglio solidale a TUTTE le proprie spese e impieghi non strettamente di Servizi primari ed Investimenti. Comprese quelle di funzione elettiva.




QUESTO DUNQUE RISULTA IL MESSAGGIO DI UN PROGETTO SOLIDALE ITALIANO di RIFORME NAZIONALI SUL LAVORO E FISCALI, NELL’EURO ANCHE DEI POPOLI EUROPEI:

MIGLIORI SALARI E CON MIGLIORE PRODUZIONE

MIGLIORI PENSIONI PER QUELLE DEGRADATE

MINORI COSTI FISSI AZIENDALI

MINORI LACCI DI REGOLAMENTAZIONE OPERATIVA AZIENDALE

MINORI TASSE SUI REDDITI AZIENDALI ed INDIVIDUALI

MAGGIORE PRODUTTIVITA’ COMPLESSIVA AZIENDALE

MAGGIORE RICCHEZZA COMPLESSIVA NAZIONALE

DEBITO PUBBLICO CALANTE NELLA NAZIONE ITALIA  EURO GRAZIE AL LAVORO ED ALLO SVILUPPO CHE RIPRENDE A CRESCERE

Entro

- Sradicamento della evasione nazionale, con il reciproco vantaggio di aliquote più semplici e ovunque PROGRAMMATE RIBASSATE; e nel conflitto d’interesse di chi paga e di chi prende. Avendo ad obiettivo che nessuna fonte di reddito superi il 30  per cento potenziale di prelievo.

 - Ristrutturazione profonda delle funzioni, dell’efficienza, dell’organizzazione e dei costi di mantenimento statali e delle autonomie. E con vincolo di pareggio anche alle Autonomie.
Con Parametrazioni produttive anche  delle Pubbliche Amministrazioni; poste alla base del risultato e poste a misura per gli stessi risultati salariali  accessori al proprio Personale come nel privato. Risultando questo l’utile aziendale pubblico da remunerare: Stare entro la parametrazione standard d’efficienza e di costi; o migliorarla.

- entro derogalamentazione profonda centrale e periferica ovunque possibile;

- con restituzione della scelta sua propria al voto elettorale: preferenza elettorale.


AL LIVELLO COMUNITARIO:

-           introduzione del Referendum consultivo e propositivo italiano su tutte le questioni comunitarie d’incidenza primaria nazionale;

-           interruzione dell’aggressione al lavoro euro da immigrazione illimitata e dalla dislocazione solo valutaria di aziende;

-           Voto preventivo obbligatorio del Parlamento europeo di approvazione su tutte le decisioni economiche e finanziarie comunitarie e intra comunitarie;

-      Commissari Comunitari vincolati anche essi alla valutazione elettorale diretta entro forme da definirsi per tale risultato; o a fiducia e sfiducia del Parlamento europeo. Come un governo nazionale né più né meno.
-        





EVASIONE E FISCALITA’ EQUA NAZIONALE CON ALIQUOTE INFERIORI


Come potrebbe il riassorbimento di larga parte dell’attuale evasione permettere un simile sforzo solidale nazionale di sviluppo. E soprattutto, con aliquote previste mediamente ben inferiori alle stesse loro punte attuali?

L’immagine di uno Stato e più di tante parole,  lo Stato italiano, che risulta nei fatti aver rinunciato ad una delle sue specifiche funzioni: quella di un Fisco equo e credibile con cui poter affrontare solidali il presente e programmare il futuro collettivo nazionale.


Pare che invece esista come una curva, quasi matematica si direbbe, dove a semplicità estrema di norme e ad aliquote leali e ribassate, e ragionevoli interessi contrastanti tra i contribuenti, e sanzioni certe, emerge, di fatto, un punto atteso della mancanza di convenienza vera all’evasione.  Cioè il PATTO FISCALE entro un Patto solidale nazionale.


NELLA RIFORMA FISCALE:

Un rinnovato patto fiscale solidale deve pertanto puntare a rendere normale e vantaggiosa la lealtà fiscale in generale IN TUTTI. Perché possa funzionare.

Miscelando anche in modo sensato costi e benefici contrapposti tra chi paghi e chi prenda in ogni settore.

Inoltre nella Riforma del Fisco :

- verrà resa inefficace l’elusione di redditi effettivi ove conseguita tramite schermature su estero di beni reali goduti da italiani in Italia; secondo il principio che chi risulti usufruire stabilmente di beni immobili o mobili anche se proprietà di soggetti stranieri, ne diviene per l’Erario coobbligato fiscalmente esattamente come un usufruttuario. Il quale compone infatti il proprio reddito fiscale anche con quei beni di cui gode effettivamente, pur se proprietà nuda di altri.

- le compravendite immobiliari  intervenute in evasione oltre un % rispetto al vero valore intercorso, causeranno nullità dell’atto stesso senza restituzione degli importi  nel caso la transazione emerga accertata in evasione. Mentre professionisti che dovessero averla supportata perderebbero l’abilitazione ad esercitare.

- verrà previsto dal nuovo Fisco che, tutti coloro – persone fisiche o giuridiche senza differenza – che si vedessero chiamate a pagamenti ritenuti efficaci fiscalmente solo se effettuati tramite assegni o moneta elettronica – ne conseguiranno l’automatica detrazione fiscale, dell’intero costo bancario sostenuto e a sola documentazione allegata ai redditi; Il 50% del medesimo abbuono concesso sarà dal Fisco posto a carico delle aziende finanziarie e quale aliquota sul maggiore movimento così indotto;

- l’evasione, a soglia stabilità di sanzione, sarà reato penale obbligatorio a sola segnalazione degli organi preposti; e la sanzione anche economica, quando ricorra, sarà rapida, gravosa, e di incasso certo dell’erario;

all’interno di un nuovo patto, lo Stato riforma anche tutta la propria legislazione fiscale all’insegna del semplice e chiaro per chiunque, getta al macero gli archivi esistenti a favore dei nuovi efficaci e transa i contenziosi remoti pendenti – se sorti sino all’anno precedente la entrata in vigore del nuovo Fisco - risultati divenuti intanto perditempo. Con lo Stato che si concentra ora sul nuovo FISCO EQUO in tempo reale. E riorganizza a questo fine anche i suoi collaboratori.
I quali dovranno anche evadere la verifica dei redditi proposti INDIFFERIBILMENTE entro l’anno dalla presentazione degli stessi. Incidendo infatti anche sulla parte loro di retribuzione legata al risultato l’eventuale formarsi di arretrato.

In questo nuovo contesto, anche la Guardia di Finanza viene sollevata da ogni eventuale precedente compito improprio. Per raccogliersi nell’Unica Funzione di Vigilanza Finanziaria Erariale ed Anticrimine.

Il tutto inteso collocato all’interno di un lecito conflitto d’interesse tra chi offre e chi riceva prestazione nel documentare lealmente. Nel senso che vi intende prevedere anche che, un % dell’Iva relativa a tutte le fatturazioni ricevute da Terzi, ed esibite da ogni contribuente, costituirà DETRAZIONE automatica all’imposta personale sorta dalla propria individuale dichiarazione dei redditi.
Pertanto, ogni contribuente, quante maggiori scontrini e fatture emesse da Terzi a suo carico esibisce, tanto maggiore detrazione personale consegue. Anche ogni scontrino infatti, previa strisciata preventiva della Carta Fiscale personale, diverrà automaticamente scontrino emesso intestato a un Codice Fiscale del cliente.
Il tutto previsto all’interno di un sistema di Ricorso anche esso semplificato ed accorciato. In modo tale che dia esiti certi definitivi entro l’anno successivo al reddito discusso. Senza eccezione.
Con effettivi incassi conseguenti dell’emerso evaso e confermato. Sempre. Anche col sequestro di beni. In retroattività eventuale, come già da legge fallimentare.

Pare infatti occorra necessariamente intendersi, per poter ragionare:

Non può esservi Stato democratico condiviso senza ANCHE una seria, semplice, equa, amministrazione fiscale.
.Meno tasse per tutti, purché assolte equamente da tutti, appare una bandiera da lasciare insensatamente all’egoismo.


Risulta infatti indispensabile concordare che:
Uno Stato senza un Fisco equo, ma efficace, è uno Stato senza alcun strumento in grado di tutelare, ed incoraggiare il merito e sostenere il bisogno.
Ed è uno Stato incapace di poter incoraggiare e sostenere politiche economiche efficaci.

Ma soprattutto, in assenza di un Fisco equo, ma condiviso  ed efficace, anche la presente manovra di consistente detassazione a Lavoro ed Impresa, e di sostegno ai diritti anche di Donna e Figli,  verrebbe quasi immediatamente inghiottita di nuovo dalla sola Rendita Parassitaria. Così come è infatti accaduto nel recente passato nazionale.

E’ infatti soltanto la Rendita Parassitaria che si avvantaggia, da sempre, ed ovunque, dalla assenza di Fisco efficace ed equo.
Perché è l’assenza di Fiscalità equa che permette di concentrare sempre più la ricchezza esentasse in mani sempre minori. Ed impedisce, allo Stato, di far partecipare efficacemente i Produttori di ricchezza reale ai condivisi benefici.


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il présente post, come anche il précédente, ed i successivi della serie SI PUO' FARE riprende il programma base di Mpl inserito come tale, e nel suo insieme, nell'Atto costitutivo stesso a vincolo dell'impegno d'attuazione. 

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