lunedì 10 dicembre 2012

l'assalto finale?





Dunque ci siamo? a febbraio la Casta di Regime italiano attuale pare si gioca <O LA VA O LA SPACCA>

Cosa è accaduto perché un Regime di gomma pigiasse adesso sull'acceleratore?
In effetti, sino ad una settimana fa eravamo festosi a celebrare l'arrosto di Renzi, servito da Bersani al buffet del suo partito. E pareva che fossimo tutti impegnati ad osservare che prodigi produce a tenere per un mese e mezzo ininterrottamente un partito ed il suo laeder in Televisione a reti unificate.

All'improvviso si cambia programma alla EIAR informativa nazionale: <Monti lascia, crisi aperta e voto a febbraio. >
Così infatti titola in prima pagina il Corriere della Sera del 9 dicembre.

Cosa è dunque accaduto perché quegli stessi che ci avevano sottratto il diritto di scegliere votando appunto un anno fa, sproloquiando che avremmo messo la patria in pericolo col perdere tempo a votare, adesso con la più amena faccia di bronzo, gli stessi identici, festaggano lieti: TUTTI AL VOTO ANTICIPATO...

Per provare a farcene un'idea pare dobbiamo fare un passo indietro; e forse anche un passo di lato. 

E' noto pare a tutti che i nostri partiti attuali parlamentari, salvo Lega e Idv guarda caso demoliti intanto mediaticamente anche per loro colpa certamente, avvertendo l'arrivo del diluvio universale su di loro sotto forma di spread e possibile bancarotta di una nazione confiscata dalla Rendita parassitaria, consultassero pare <l'Oracolo del Colle>: che si fa?





Avendone risulta una risposta esauriente: ho giusto per le mani il Noe adatto alla nostra bisogna. Tutti in barca che ci pensa Monti.>

E così fu, infatti. Un anno fa all'incirca.
Resi cauti dal pericolo estremo, si imbarcarono infatti lietamente assieme alla rinfusa tigri ed elefanti, dinosauri e lucertole, salamandre e leoni, leopardi e cammelli... una vera meraviglia del creato politico italiano vedere quel caravanserraglio imbarcarsi in fila uno dietro l'altro. Col leone che diceva all'elefante: prima lei, che è così tanto grande...
E su tutti troneggiava, in cima all'imbarcadero della nuova Arca del pressoché intero zoo politico italiano, Noe-Monti.
Il quale per l'occasione aveva fatto dipingere sulla fiancata dell'Arca, <salvaitalia>. 

Il Noe Monti invero aveva fatto un patto di ferro con tutti quei salvati: sia ben chiaro, io metto l'Arca e voi remate se no qui si sta fermi. Nessuno pare battè ciglio degli ospitati: e così si poté assistere al prodigio di vedere Pd e Pdl remare lietamente assieme anche quando Noe centrava qualche scoglio mettendoli con i piedi a mollo.
E a rallegrare la fatica ci pensava comunque l'Udc, che, seduta sulle spalle del Pd, ripeteva incessante: Fortuna che ci sono io a spingere altrimenti qui non si conclude niente...e comunque, e sempre beninteso, W Monti 

L'imprinting di quella allegra spedizione Salva Casta invero nacque sotto pessimi auspici: con una Barca vera che si arenava drammaticamente sulle rocce del Giglio. Ma ambedue le Barche italiane risulta che avevano anche qualche altro punto di condivisione. 

Uno pare fosse proprio per entrambe le Barche: LA RISULTATA COMPLETA INADEGUATEZZA DEL NOCCHIERO.
L'altro, che quando qualcuno dei rematori <volontari> provava a sfilarsi dall'Arca <Salva Casta>, si beccava anche esso dal Noe un perentorio: Torna a bordo, te lo ordino, cazzo...

Comunque Salva Casta salpò in qualche modo, alla ricerca del suo promesso Ararat dove appunto...incaglairsi al momento giusto volontariamente.... 

E sul resto della popolazione italiana, mentre <Salva Casta> prendeva il largo, fu il diluvio di tasse e devastazione di ogni equità che mantiene unita una nazione. Ma a bordo c'era allegria, per questa nuova versione della fuga della intera Corte  Reale non banalmente in auto come ai tempi di Pescara ma con l'Arca.

E adesso, come niente fosse, il nocchiero Monti-Noe, intima: Fuori dai piedi tutti, CHE IO ADESSO SBARCO.
Cosa è mai successo per un simile sconquasso?

Fatto dunque il passo indietro, facciamo adesso, come promesso, il passo a lato.
Facendoci aiutare dalla cronaca politica italiana, la quale, sui Signori del Regime dentro l'Arca ci racconta anche minuti pensieri e sospiri.

La vicenda politica attuale si diparte dalla settimana scorsa. Berlusconi, tornato da poco da Malindi, scopre infatti l'acqua calda, riguardo al Capo del governo che appena una quindicina di giorni fa aveva lui stesso invitato a fare il Capo lista addirittura del suo schieramento perché se lo sentiva affine anche per le politiche di governo fin qui seguite da Monti (ed attuate con i voti parlamentari decisivi del suo stesso Pdl).

Ma adesso, dopo essersi forse ben rosolato a Malindi, il capo del Pdl folgora quello stesso Monti come pericolo nazionale numero UNO:

<(...) Oggi l'Italia è sull'orlo del baratro. L'Economia - denuncia - è allo stremo, un milione di disoccupati in più, il debito che aumenta, il potere d'acquisto che crolla, la pressione fiscale a livelli insopportabili. Le famiglie italiane angosciate perché non riescono a pagare l'Ima. Le imprese che chiudono, l'edilizia crollata, il mercato dell'auto distrutto. Non posso consentire che il mio paese precipiti in una spirale recessiva senza fine. (...)>
(dal Corriere della Sera del 6 dicembre, pag.2, di Virginia Piccilillo)
Dopo una puntuale analisi come questa, che getta nello sconforto la Stampa di regime che già stava astrologando sulle primarie di Alfano per annettersi i resti del Pdl, ad osservatori in buona fede pare venisse in mente una sola di domanda: Ma questo qui, dove era nell'anno intero in cui venivano adottate le misure che riducevano la nazione come adesso la descrive?

Dove era? a sorreggere decisivo il governo di Monti in parlamento: che senza i suoi voti Pdl non avrebbe fatto niente di niente come propri provvedimenti.
Si, e proprio quei provvedimenti di governo che come pare ben comprende anche lui stesso, hanno portato:
- l'Economia allo stremo
- a un milione di disoccupati in più
- al debito che aumenta
- al potere d'acquisto che crolla
- a pressione fiscale a livelli insopportabili
- a famiglie italiane angosciate perché non riescono a pagare l'Ima
- a imprese che chiudono
- all'edilizia crollata
- al mercato dell'auto distrutto


Ma allora, perché questo siluro ad altezza di chiglia di una barca sulla quale proprio lui ci si era tanto appassionatamente imbarcato e sulla quale aveva così consenziente sino ad allora remato?

La ruggine Pdl con Monti era iniziata, in effetti, molto tempo prima.


Il governo Monti era sorto per attuare provvedimenti economici e sociali reazionari che nessuno dei due dinosauretti politici italiani - Pdl e Pd - si sentivano di poter varare da soli senza estinguersi contemporaneamente anche essi: una patrimoniale pesantisima su tutte le case italiane, prime case incluse, graziosamente chiamata Imu dal governo; e la demolizione del diritto stesso alla pensione per tutti gli italiani e le italiane normali. Smontaggio, quest'ultimo delle pensioni normali, che avveniva non tanto con l'opinabile scalone introdotto, ma con la deindicizzazione e la strage d'esodati; al cui confronto persino quella di Erode - di strage -  risulta una <birichinata>.

E fin qui i conti paiono tornare ai salvati e operosi rematori del Noe-Monti.
Massacrato il mio elettorato con le tasse; massacrato il tuo elettorato con le Pensioni.
Uno a Uno, e palla al centro.

Ma Noe-Monti solo per noi plebe viene descritto come un ingenuo professore sottratto alla Biblioteca abituale. Monti risulterà invece, sempre più, un politico sofisticato quanto spregiudicato.

Chi lo aveva inventato come Capo di Governo, risulta che gli aveva anche affidato un compitino da niente: riesumare il post Pci e la post Dc, facendogli il vuoto attorno degli altri.
E, gli altri, erano soprattutto il Pdl di proprietà di Berlusconi.

La prima frattura grade col Pdl, apparsa dentro un disegno altrui d'insieme sempre più coerente, risulta risalire a quando Monti provò ad attuare la cosiddetta <Riforma del Lavoro>. Che come obiettivo vero aveva la licenziabilità senza si e senza come.
Ai gemiti del Pd <ma così mi uccidi>, Monti corse ai ripari; varò una mezza misura che affidò con Legge ordinaria alle Camere appunto incaricate di trasformarla in un  NIENTE.


E' da questo punto che al Pdl probabilmente cominciarono a non tornare più i conti di quella strana alleanza pari:
i danni elettorali adesso li mettevano solo loro del Pdl sotto il profluvio incessante di tasse d'ogni tipo e misura quotidiane montiane: mentre il Pd, si sfilava ormai usualmente da un lato e dall'altro dal subirne il danno col beneplacito amichevole anche dello stesso governo.

Il fatto era che quell'alleanza tra Pd e Pdl, non era affatto tra pari. Era piuttosto un po come quella tra Dc e Psi di un tempo. Dove il governo di allora aveva l'incarico di smontare il Psi e le sue aspettative elettorali. Mentre quello attuale pare aveva l'incarico di smontare il Pdl. Non solo, ma anche di raccattarne i pezzi, metterli assieme ai cocci variopinti di Casini, e farne così la post Dc a guida dello stesso Monti.

Ma il Pdl al momento - anche se di certo consapevole - non appare ancora in grado, od ancora intenzionato, di reagire, politicamente. Ringhia, e alternativamente blandisce il premier, ma non conclude niente. Intanto gli sfilano la Sicilia definitivamente. E lo mettono in mora sulla prossima perdita di Lazio e Lombardia.
La misura appare colma, e la pentola della collera Pdl ribolle. Verso il governo.
Perché, indubbiamente, puoi avere l'opinione che vuoi del Pdl e anche del suo capo Berlusconi, anche l'opinione più negativa eventualmente, ma pretendere che qualcuno ti fornisca i propri voti parlamentari per farlo fuori politicamente, appare forse troppo anche dentro il regime italiano presente.

Eppure, un Pdl ridotto intanto al lumicino dei consensi propri nei sondaggi, abbozza, si dimena, va avanti e indietro nelle sue proposte alternative sia con Alfano che con il capo supremo.

Cosa aspetta il Pdl?
Oggi possiamo abbozzare una possibile risposta: il Pdl aspetta l'esito delle primarie del Pd.
E come mai?
Forse per più di un motivo soltanto.
Intanto se vince Renzi, come prima delle <Regole capestro> appariva ancora possibile, per una questione anche d'età:
sarebbe stata infatti ben difficile strutturare mediaticamente vincente una gara eventuale tra un candidato <ragazzetto> e un contendente <dinosauretto>.

Ma anche, forse e se non di più, perché se avesse vinto Renzi su Bersaani, la restaurazione politica italiana risultata affidata a Monti si sarebbe inceppata:
poiché le sarebbe venuto a mancare il post-Pci, seppure in cambio di ben due post-Dc : quella di Renzi, e quella di Casini.
E che non risulti mera congettura forse lo rivela proprio Dalema: se vince Renzi, fondo un altro partito.

Ma Renzi perde, suicidatosi volontariamente, o necessariamente, dentro Regole capestro.
Lieto dunque Bersani annuncia, rinunciando a smacchiare ancora leopardi, ABEMUS POST-PCI.

Senza forse però accorgersi che, con quella formuletta magica apparentemente innocente, ha dato proprio lui - BERSANI - il bacio a Biancaneve:
risvegliando infatti Berlusconi e facendone, per se stesso, un temibile contendente. Nonostante le apparenze.

Ultima goccia, e che goccia, il governo Monti ci mette del suo ad agitare la muleta dinanzia al toro, seppure sfinito, Pdl:
Un Prefetto risulta statuisce: per il Lazio si vota a febbraio. Facendone un pallotto dei preventivi avvertimenti Pdl: se si va a elezioni regionali disgiunte dalle politiche si va a CRISI di governo.

Perché il Pdl non ci sta a farsi cucinare <a rate> prima di essere MANGIATO per intero.
E può piacere o non piacere il Pdl, ma se usi un partito come tuo principale sgabello di governo, non puoi pare ignorare impunemente il suo stesso istinto di sopravvivenza.

E infatti, per il combinato disposto dell'insieme, eccoti immediatamente Berlusconi/Achille, come l'originale al cospetto già dell'amatissimo Patroclo a terra esanime, urlare come un ossesso sul campo:
Ettore/Bersani, dove sei..? esci da quelle tue quattro mura e preparati: ti sfido a duello
(Fonte Wikipedia-Ettore durante la lotta contro AchillePieter Paul Rubens, datato prima metà del XVII secolo, Museo Boymans-van Beuningen, Rotterdam )

E grazie anche ai nostri Media prevalenti, apparsi pusillanimi quanto conviventi, la scena politica italiana si prepara così al duello finale tra un Pd rintanato entro le sue mura, e un furibondo Achille/Berlusconi che promette sfracelli.

E, IL GOVERNO intanto?
L'Oracolo del Colle pare ci metta per intanto una pezza: sono un po' nervosi..., ma in fondo restano bravi ragazzi, i dinosauretti nostri.
Agevolato in questo intento antipiromani pare anche dal <ragionevole> Alfano di governo: siamo alla Non Fiducia nei confronti del governo Monti, ma lealmente gli lasceremo approvare la Finanziaria (oggi pomposamente detta legge di Stabilità), qualche altro provvedimento pure e a marzo fine della corsa, di governo.

Naturalmente il Pd, a caldo, non si mostra da meno. Infatti il 6 dicembre il Corriere della Sera a pag.6 può titolare l'articolo di Monica Guerzoni:
Bersani va da Monti <<Ti saremo leali, mantengo gli impegni>>
Il Pd, sente però comunque puzza di bruciato, e infatti il giorno dopo:
<(...) E' mattina quando Anna Finocchiaro dà voce al malessere del Pd, dichiarando che la maggioranza non c'è più e che è il caso che Monti vada al Quirinale.
Ma col passare delle ore la linea del partico cambia. Il motivo? Una telefonata tra Giorgio Napolitano e Pier Luigi Bersani. Il segretario capisce che il presidente non vuole essere messo in mezzo e fa abbassare i toni ai suoi. Lui stesso ribadisce: <Saremo leali con Monti fino in fondo.(...)>
(da Corriere della Sera del 7 dicembre, pag.10, di Maria Teresa Meli) 
Ma.... già, come si legge ancora nel medesimo articolo di M.Teresa Meli sopra richiamato:
<Nei conversari privati, però, il leader del Pd non nasconde la preoccupazione per un quadro politico in via di disfacimento: <<Non possiamo andare avanti con loro che sparano sul governo e con noi che facciamo finta di niente. Nessuno si sogni di immaginare che questo governo vada avanti con noi e Udc a sostenerlo, mentre il Pdl sta fuori e fa quello che vuole.>>
E come mai, <i Montiani>, tali risultando sino a quel momento Pd e Udc, non vogliono da soli sostenere adesso il governo di Monti?
A spiegarcelo pare provveda ancora un passo subito successivo dell'articolo sempre di M.Teresa Mieli sul Corriere:
<Per farla breve: i vertici del Partito democratico temono di doversi accollare l'onere del sostegno a un esecutivo che è sempre meno popolare, mentre Berlusconi si butta in una campagna elettorale dai toni grillini. (...)>

Ecco dunque che si svelano una parte degli apparenti misteri di questo così anomalo presente italiano. Berlusconi, rispetto al governo di Monti, si è finito per ritrovare, proprio lui specializzato a farlo ad altri, come il tamburo su cui picchiano tutti: additato da una accorta campagna mediatica prevalente, proprio lui proprietario di metà dei Media italiani ma che non può usare finché appoggia Monti, come il principale responsabile dei provvedimenti antisociali di Monti.

Ma se il Pdl adesso si sfila, chi riparerebbe adesso il PD di Bersani dall'apparire come il vero, ed ora unico, responsabile delle scelte economiche e sociali di Monti?
In pratica, se in questo indegno gioco a nascondino dei principali attuali partiti italiani dalle proprie stesse responsabilità, ora mi togli l'ALBERO dietro al quale sinora mi riparo - in questo caso Berlusconi e il Pdl - dove mai mi nasconderei agli elettori successivamente?

Già, dove mi potrei ancora nascondere efficacemente?

Ed ecco, infatti ancora Bersani, l'8 dicembre, proporre a M.Teresa Meli il titolo del suo articolo a pag. 5 del Corriere della Sera:
<<Leali si, non fessi>>  Perché il Pd si oppone a posticipare il voto.
<(...) Il capo dello Stato ha obiettato che ci sono ancora provvedimenti da mandare in porto, oltre alla legge di Stabilità. E che si è <<comunque aperto uno spiraglio per la legge elettorale>>. Ma il Laeder del Pd è stato fermo: <<La legge di Stabilità è un conto, però non si può pensare di varare altri provvedimenti con un governo sostenuto soltanto da noi e dall'Udc. (...) 

(Fonte-Wikipedia)

Diciamoci la verità: non ci pare anche a noi quasi sentire l'anziano e saggio Re Priamo dire accorato al suo Ettore:
NON CADERE NELLA TRAPPOLA DI ACHILLE. 
Non buttarti a capofitto in quell'impari duello, Non sei tenuto a farlo adesso; pensa alla tua città, pensa ai tuoi cari. Che ne sarà di loro se ne uscirai sconfitto?

Ma come spesso accade, le riflessioni e le pene dei mortali a nulla valgono quando il Fato decide per tutti.

Infatti il divo Monti, a questo punto spiazza tutti; o meglio, quasi tutti. Perché nel caso del Pd pare esaudisca piuttosto un desiderio affatto nascosto.
E se ne esce - Monti - infatti a sorpresa, come titolava il Corriere della Sera in prima pagina il 9 di dicembre:
Monti lascia, crisi aperta e voto a febbraio
Il premier si dimetterà dopo il si alla legge di Stabilità: in politica? Ora sono più libero.

E così cade, di schianto una altra telenovela Mediatica italiana propinateci per oltre un anno:
quella di un docente strappato ai propri amati studi abituali da un capo dello Stato che se lo era a quel modo inventato come premier di decantazione economico politica; immaginandoselo sopra le parti, sopra gli interessi della politica spicciola, sopra le ambizioni personali contingenti....
Tanto da regalargli un grazie anticipato per quella sua missione intesa appunto <a termine>: un seggio a vita, a carico dell'Erario, nel Senato.

Per consegnarci invece un Monti risultato preda non solo dell'autocontemplazione estatica di sé stesso e quindi eventualmente ben preoccupato dell'incessante crescita dell'impopolarità personale presso la nazione intera; ma per consegnarci anche un Monti risultato dall'appetito politico affatto morigerato.

Tanto da rivelarsi disposto a giocare al tanto peggio tanto meglio per la nazione intera, pur di sopravvivere ancora al governo anche dopo la prossima tornata elettorale. E risultato disposto ad attivare, per riuscirci, un percorso personale potenzialmente funesto per la nazione intera.

Risultando promuovere, a tale medesimo fine, anche uno strappo istituzionale alquanto serio:
appare infatti la prima volta che un capo di governo italiano annuncia proprie dimissioni postdatate dall'incarico. Questo è infatti quel che OGGI decide Monti: mi dimetto, ma....a gennaio...

E il <salvaitalia> nell'ameno intervallo?

Quanto accaduto appare infatti quasi come chiamare lo <straniero> a invadere l'Italia scendendo giù dalle Alpi; e devastare la sua stessa nazione definitivamente magari a colpi di spead...
Da provare a scaricare poi, eventualmente, ed opportunamente, sulle spalle di Berlusconi e del Pdl?

Altrimenti, che senso avrebbe, mi dimetto tra un mesetto?
e perché, allora, se deve essere, NON FARLO SUBITO ADESSO?
Perché deve approvare la legge di Stabilità? risibile ragione: il capo dello Stato avrebbe ben potuto pregare il prof. Monti, a dimissioni formali immediate da lui ricevute, di rimanere in carica per il disbrigo delle urgenze durante sue eventuali consultazioni approfondite sul prosieguo delle proprie scelte.

Non solo, ma le dimissioni  in differita, che in questo modo espongono però la nazione intera ad ogni attacco e pressione, risultano accompagnarsi ad una seconda inquietante scelta personale:
Quella di un Senatore a vita - che come tale sa di non essere eleggibile, e quindi di essere  di conseguenza incandidabile - che non esclude di candidarsi a capo di una Lista politica a suo stesso nome. Saremmo al caso dell'Umanoide che sfugge dalle stesse mani del proprio inventore?

A questo ultimo riguardo un passaggio assai serio pare possa, nel caso eventuale, riguardare proprio il Capo dello Stato attuale. Egli, da Parigi, poche settimane appena fa', disperse le velleità politiche dirette del suo senatore pubblicizzando sulla stampa una verità già lapalissiana:
il suo  senatore a vita è come tale ineleggibile e quindi, ovviamente, anche incandidabile.

Adesso il capo dello Stato, nel caso il suo Cavallo dovesse rivelare di non accontentarsi del seggio regalatogli al Senato, ma volesse anche l'indennità da deputato, pare si troverebbe in un percorso obbligato: VIETARGLIELO DI NUOVO  e definitivamente.

Perché ove accadesse, e non glielo si vietasse con medesime speculari identiche ragioni già di Parigi, una nuvola seria pare si addenserebbe sopra il Colle: quella della sua persa imparzialità.
Perché se uno appare incandidabile quando lo rimugina forse contro Bersani, pare ovvio che rimanga incandidabile anche se dovesse rimuginarlo magari adesso contro Berlusconi. O no? Perché a tutti noi interessa poco di Bersani e Berlusconi, ma assai più di Costituzioni e dei residui brandelli di Leggi elettorali.

Dunque probabilmente si voterà anche in Italia a rompicollo; in una fuga indecorosa dell'intera classe politica attuale dalle responsabilità che si sono assunte negandoci sfrontatamente di poter votare un anno fa.
Vi ricordate? un voto anticipato, un lusso che non possiamo permetterci... e poi, d'inverno, a gennaio o febbraio,...e quando è accaduto mai?

Arriveremo al voto comunque nel modo peggiore, eventualmente:

- con Berlusconi che surclasserà Grillo nel sogno disperato di richiamare il suo ex elettorato dall'attuale Non Voto prevalente;

- con Bersani che correrà contro il tempo, per difendere da Berlusconi il proprio sogno di premierato e prima che lo possano abbandonare anche una parte dei simpatizzanti di Renzi;

- con Monti, che giocherà la sua corsa forse sulle ali dello spread che ben manovrato potrebbe riscoprire anche le antiche praterie sopra 400 e forse oltre...


E la nazione, e la sua popolazione, e i suoi leciti interessi? chi la cura? tutto rinviato a dopo le elezioni?

E' possibile che accada anche questo; è anche possibile che nel correre a rompicollo alla loro resa dei conti finale tra i vari Signori della Casta italiana attuale, si provi a imporre all'Italia intera, appunto nelle more elettorali, anche la museruola alla sovranità nazionale col Fondo salva Stati Ue.


E il prevedibile risultato di tutto?
Un anno gettato, per andare a fare, nelle condizioni peggiori, quello che ci era stato negato: Votare anticipato.
Un profluvio di Tasse che hanno stremato la nazione, gettati al vento in cambio di niente.
E per ottenere un governicchio - chiunque vinca il fatale duello tra Ettore e Achille nostrani - che ove nasca, sarà comunque asfittico, precario e inconcludente.
Tanto da riportarci a votare, come non appare affatto impossibile, di nuovo entro un anno più o meno successivamente.

Qualcuno è venuto sproloquiando di volerci evitare la Grecia, e, dopo averci condotto già in Grecia con la Recessione innescata volontariamente, e la disoccupazione dilagante, adesso ci condurrà anche in Grecia politicamente, con un parlamento che richiamerà il voto quasi immediatamente.


Ma non sarà solo una perdita di tempo, eventuale.
La nazione intera arriverà a febbraio ancora più stremata dalla selvaggia guerra di bande che risulterà lo scontro elettorale imminente; e risulterà ancora più povera, nei singoli come collettivamente, quando si dovesse rivotare successivamente.

Se questo accadrà, starà tutto sulla coscienza dei Capi partito attuali e dei nostri Media. E questo è quanto.


In questa occasione Movimento Popolare del Lavoro ritiene, almeno su una cosa dover imitare Renzi:
ammettere di non essere riuscito a superare la barriera mediatica che silenzi chiunque non sia oggi nelle grazie del principe; ammettere di non essere riuscito, almeno sino ad ora di saper suscitare l'interesse attivo e la partecipazione di italiane ed italiane a discutere, e fare anche proprio eventualmente, un programma interamente alternativo di governo e di gestione. 
E CHIEDERE SCUSA 
per non esserne stato sino ad ora capace di trasmettere questa proposta in modo efficace.


Noi restiamo qui, con le nostre proposte alternative, e con la possibilità di gruppi di gestione politica interamente nuovi. MODESTAMENTE ed umilmente. 

Continueremo ad occuparci, e dare anche conto a chi ci legge, del momento politico presente con le carte del mazzo che alle italiane ed italiane verranno date da giocare.
E in questo, non ci tocca minimamente l'idea del tanto peggio tanto meglio.
Speriamo anzi di sbagliarci, che dalla crisi presente, e dalle prossime elezioni venga il meglio per la nazione intera.
Il nostro stato d'animo è infatti, e tale rimane, BUONA FORTUNA ITALIA con o senza MPL ugualmente.

Italia – BandieraItalia - Stemma

Tieni duro Italia,

Italia - Localizzazione

e quando ci si potrà finalmente occupare soprattutto della Ricostruzione, chiunque lo proponga non potrà che partire da


MENO TASSE
PIU' LAVORO
PIU' DIRITTI E SERVIZI ALLA DONNA CHE LAVORA
PIU' DIRITTI AI RAGAZZI E RAGAZZE ED ALLA LORO SCUOLA
per avere una nazione equa e condivisa che cresce.


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