SI PUO' FARE:
Punti di programma virtuale di un governo ombra alternativo:
SRADICAMENTO DI UNA CORRUZIONE DIVENUTA ENDEMICA DIFFUSA
TANTO DA PORSI COME ATTUALE QUESTIONE NAZIONALE.
Non si può evitare di dover ammettere che una grande
spinta ad un clima di corruzione diffusa a livelli risultati ormai
inaccettabili per una società democratica venga proprio da un eccesso di
regolamentazione italiana sul fare
universale sia della comunità nazionale sia di quella locale.
Proprio
perché si deve cambiare un clima complessivo, qui pare si debba effettivamente
sanzionare in modo esemplare ed efficace chi malversasse nei propri pubblici
ruoli. Non solo per motivi etici. Quanto di convivenza democratica.
All’interno però di
una Riforma reale ed immediata anche di
semplificazione autorizzativa diffusa.
Attuata coerente ad ogni livello sia dello Stato
come delle Autonomie. Deregolando
pertanto ai rispettivi livelli tutto quel che non serva veramente sottomettere
a permessi e regolamenti. Uno
sfoltimento forte associato con
l’acquisita certezza dei tempi resi prevedibili per tutti di risposta
alle richieste.
- Questo LIVELLO DI AUTORIFORMA COMPLESSIVA il Programma
virtuale intende attivarlo entro i primi
sei mesi di sua attuazione: da parte dello Stato e delle Autonomie. In
parallelo coerente d’intenzioni.
Tramite apposite
Commissioni politico tecniche-amministrative dotate di poteri diretti normativi
di deregolamentazione. Avendo la Corte dei
Conti a propria consulenza operativa al riguardo sia al livello centrale che
decentrato.
E con i sei mesi successivi previsti di ulteriore
assestamento e sfoltimento residuo delle rispettive regolamentazioni emerse
ancora superflue.
Adesso
ad una Pubblica Amministrazione divenuta intanto più agile e serena, serve
però anche la auto tutela della DETERRENZA;
per consentirle di voltare pagina
in maniera credibile all’interno ed all’esterno.
- Si prevede,
tutti i reati di malversazione e corruzione contro il pubblico denaro
all’interno delle sue Amministrazioni statali e delle Autonomie, equiparati
alla legislazione antimafia: raccordandosi pertanto tutte
le indagini eventuali, ovunque siano sorte sul territorio nazionale, alla unica competenza delle Procure
antimafia centrali. E tramite esse, alle loro varie sedi periferiche
risultate opportune.
Con automatici conseguenti
effettivi coordinamenti naturali e che risolvono e superano anche i limiti
territoriali eventuali nelle competenze.
Ed in
riguardo alla eventuale attività intercettativa
di investigazione. Le intercettazioni sono classificati – qui come
altrove nella prevista riforma contemporanea dei Codici – dei semplici indizi i quali hanno sempre la
necessità di conseguente conferma probatoria oggettiva reale. Mai assumendo
essi autonoma natura anche accessoria di prove. Neanche dibattimentali.
Configurando per loro natura atti privi di per sé d’effetto al livello
giudicante.
Destinate
pertanto a non venire mai conosciute all’esterno dell’area preliminare di
investigazione.
Ed a rimanere note solo all’investigatore ed al Magistrato quale eventuale
traccia riservata e protetta. Come tale mai da poter rendere pubbliche. Con la loro obbligatoria distruzione già
all’esito investigativo. Dal momento che le eventuali effettive prove indiziarie
e dibattimentali ritenute necessarie sono idonee soltanto in fatti oggettivi
probatori accertati e riscontrati anche tali.
- Una iscrizione
individuale di possibile reato, od un rinvio a giudizio non potrebbe pertanto mai
avvenire sulla base di una altrui intercettazione. O di pentito.
Quanto alle SANZIONI, a colpa certa corruttiva nelle proprie pubbliche
funzioni, vengono previste rafforzate.
Per dissuadere.
Dunque non tanto carcere. Che serve anche poco, in
generale.
Ma, piuttosto, eventuale:
perdita del posto, pene
accessorie non solo formali e socialmente utili, sanzione monetaria anche sulla
base retributiva o pensionabile ad effettivo recupero del danno arrecato;
sequestro di beni personali,
anche con estensione al corrotto eventuale della legge fallimentare per la
parte sulla retrocedibilità degli atti e dei contratti da questo posti in
essere tramite mezzi sortigli dalla corruzione; divieto post condanna
definitiva di reingresso permanente entro le pubbliche amministrazioni.
Lo Stato Solidale del Patto Condiviso non può e soprattutto non vuole più convivere
con la sua Corruzione.
NE’ APPALTARE PEZZI DI SE ALLA MALAVITA COME
ISTITUZIONE.
Per intanto, in un quinquennio sperimentale, si prevede di adottare:
- dopo il primo anno di predisposizione relativa e
strumentale, tutti gli appalti pubblici
centrali e delle autonomie, oltre una certa soglia di valore, attribuiti in via
informatica neutrale;
entro albi di
aziende territoriali fino ad una certa cifra; ed anche esterne per cifre superiori;
sempre invece albi nazionali per appalti statali.
Le pubbliche amministrazioni fissano i requisiti per
l’inserimento di ditte e aziende richiedenti nelle rispettive fasce, aggiornano
gli albi, ed effettuano in sedute pubbliche le attribuzioni di appalto in via
automatica informatica.
Con il programma, uniforme nazionale, che magari
preveda l’esclusione dalla nuova estrazione nello stesso anno di chi abbia già
acquisito un certo volume prefissato di valore in attribuzione di appalto.
La Procura nazionale antimafia-anticorruzione
avrebbe facoltà di chiedere visione degli elenchi informatici predisposti per
l’assegnazione; e disporne cancellazioni eventuali motivate.
Il
committente fissa il valore ritenuto corretto e congruo dell’opera proposta.
L’azienda
appaltatrice, se accetta l’assegnazione e relativo progetto, dovrà comunque contrattualmente anche accettare:
-
importo fisso con divieto di
revisioni e varianti in
corso d’esecuzione; interventi aggiuntive di progetto farebbero parte
eventualmente di nuove procedure di aggiudicazione e del tutto indipendenti da
quella in corso.
- tempi prestabiliti di
completamento e di consegna finita delle opere commissionate; derogabili di solo mesi sei
complessivamente.
- obbligo
di fornire fideiussione sull’80% del
valore di aggiudicazione e a favore del soggetto
appaltante; a garanzia dei tempi e della buona esecuzione.
- divieto
di subappaltare pena la perdita della assegnazione.
- pagamento
dell’importo pattuito come da avanzamenti; e saldo non oltre l’anno dalla fine dei lavori.
Anche tramite anticipazione della Cassa Depositi e Prestiti al committente.
Cassa Depositi che
comunque destinerà il trenta per cento delle sue disponibilità a finanziare
anche interamente opere pubbliche statali e delle autonomie.
E anticipa
alla Fiscalità statale, anno per anno, lo smantellamento
programmato annuale di tutto l’arretrato pubblico nei pagamenti già formatosi
ad allora. Arretrato attuale di
pagamenti che entro un triennio dovrà essere riassorbito.
SI OTTERREBBE,
NELL’INSIEME E NELLA TRASPARENZA:
- una tempistica certa tra consegna dei lavori e
loro effettivo termine;
- una programmabilità precisa delle risorse
impegnate in ogni singola opera;
- una potenziale inutilità di “infiltrare”
amministrazioni o loro componenti per ottenere appalti e condizioni di
favore;
- lavoro sufficientemente diffuso per ogni azienda
che abbia requisiti economici e di storia propria esecutiva per restare nei
RISPETTIVI elenchi;
- quanto ai
predenti sub appaltanti potranno accedere, per rispettive aree di importi
compatibili prestabiliti, alla aggiudicazione diretta di appalto pubblico
relativo.
-
Quanto ancora allo Stato stesso nelle sue
strutture, ed alle Autonomie per quel che loro compete, non pare farebbero cosa
negativa a rinunciare,
per un quinquennio almeno, anche alla
prevalente discrezionalità nelle ASSUNZIONI PUBBLICHE.
Per passare a soluzioni assai diverse e del tipo:
non più di un
15% del totale delle assunzioni annuali effettuate di fiducia diretta,
nominative in quanto ritenute
indispensabili come tali; tutto il restante delle
pubbliche assunzioni, ad ogni livello, determinate
con chiamata neutra informatica da graduatorie di titoli e di merito già
prestabilite.
Unitaria, sempre nazionale,
per lo Stato.
Regionali, in presenza di
disponibilità idonee, per le singole Autonomie; con confluenza in quelle
nazionali in caso di carenza regionale alla funzione chiesta.
Se poi la Pubblica
amministrazione fosse così brava da tenersi una quota di attribuzione discrezionale
per le eccellenze di prodotto richieste, e rendesse prevalentemente neutre con procedure analoghe
anche le attribuzioni delle
Progettazioni, dando così
opportunità a tutti, anche tra i professionisti, di contribuire, sarebbe di
certo conseguito un risultato positivo
ulteriore.
Nessun commento:
Posta un commento